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Il protezionismo conviene?

“Comandante, la stiva della nave è piena d’acqua!”
“Bene, fate dei buchi nella stiva, così esce…”
Nel pensare alla politica protezionistica di Trump non mi viene in mente altro paragone.
Posso capire se una politica protezionistica fosse perpretata da un Paese che non ha interessi in altri mercati che il proprio, ma mi lascia perplesso che venga propugnata dal Paese che sul libero scambio ha costruito le proprie fortune, al punto che le multinazionali americane sono un pilastro del sistema economico americano.
Non arrivare a pensare che gli altri paesi possano imporre a loro volta dei dazi sull’importazione di prodotti americani è indice di una miopia che rasenta l’assurdo, soprattutto dimenticando che per salvaguardare alcuni settori economici lascia il resto del sistema economico esposto a ritorsioni commerciali.
Comunque bisogna dare atto a Trump di essere coerente con quanto promesso ai propri elettori. Rilanciare alcuni settori dell’economia americana è una questione che poteva essere affrontata in altri modi, con politiche fiscali mirate, aiuti nell’innovazione o, se non v’era altra strada possibile, un intervento di riconversione. Invece ha continuato imperterrito nel mantenere una promessa fatta ai propri elettori. Ora deve spiegare ai propri elettori del Tennessee come mai Electrolux ha fermato un investimento di 250 milioni di euro per rinnovare i propri impianti di Springfield, ritenendolo non più conveniente alla luce dei dazi sull’acciaio.
E se Trump non torna indietro non credo sarà la sola.

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